Le Pievi
La parola pieve deriva dal latino plēbs, plēbis (plebe, popolo) termine con cui, nel Medioevo, si indicava il complesso dei fedeli, ma anche l’edificio di culto in cui si riuniva la comunità. La nascita delle prime pievi in Italia è attestata intorno al VII secolo e si diffusero poi in tutta l’Italia centro settentrionale nel corso dei tre secoli seguenti. La diffusione del cristianesimo ha interessato in primo luogo i più importanti centri abitati e -più o meno lentamente- anche le campagne dove si trovavano insediamenti sparsi. Le chiese collocate nelle principali città, definite cattedrali, vennero dunque scelte come sedi dell’autorità vescovile. In esse, infatti, era collocata la ‘cattedra’ del vescovo, da cui deriva il loro nome, simbolo del suo potere. Ogni cattedrale controllava una diocesi, cioè un distretto territoriale, in cui a sua volta sorgevano altre chiese di minori dimensioni. A partire dall’età altomedievale si diffonde nei documenti il riferimento ad alcuni particolari edifici religiosi di campagna con l’attributo di “pieve”. Con questo termine viene identificata una chiesa dotata di battistero che dipendeva direttamente dal vescovo e che controllava un ambito territoriale nel quale potevano trovarsi diversi villaggi con chiese più piccole, generalmente sprovviste di fonte battesimale.